LA RIVOLUZIONE DEL REFILL

[10. Sostenibile
È il packaging rispettoso dell’ambiente.
L’imballaggio è sostenibile se progettato in modo olistico, pienamente equilibrato con il prodotto e con i suoi modi d’uso, così da ottimizzare le prestazioni ambientali complessive.

La ‘rivoluzione del refill’: soluzioni ricaricabili per una cosmetica più sostenibile

Seppur con un certo ritardo rispetto ad altri settori, anche l’industria cosmetica sta rispondendo alle grandi crisi ambientali e ai cambiamenti nei modelli di consumo, ripensando i propri packaging con l’obiettivo di ridurre i rifiuti di imballaggio e superare allo stesso tempo l’ormai vecchio pregiudizio che i prodotti di bellezza e per la cura della persona sono tanto ‘belli’ quanto insostenibili dal punto di vista ambientale.
In risposta ai cambi normativi rispetto ai temi ambientali e alla crescente richiesta di sostenibilità da parte delle persone, alcuni produttori si stanno concentrando sulla riduzione e semplificazione strutturale dei loro imballaggi o sullo sviluppo di nuovi materiali, con prestazioni ambientali migliorate. Tuttavia, ciò che attualmente sta rivoluzionando i prodotti di bellezza e per la cura della persona è l’adozione da parte di sempre più marche di packaging ricaricabili, in alcuni casi anche secondo sistemi di ‘imballaggio a rendere’.

Un sistema basato sulla riutilizzabilità e ‘refill’ di un packaging può essere implementato secondo tre modelli possibili: 1) la vendita di ricariche che servono per riempire nuovamente la confezione una volta terminato il contenuto; 2) un sistema di riempimento sul punto vendita mediante una ‘refill station’; 3) un abbonamento in base al quale ricevere periodicamente ricariche di prodotto.
Il primo modello prevede che il prodotto sia venduto in due versioni: oltre alla confezione principale, caratterizzata da una struttura resistente e durevole in modo da essere riutilizzata più volte, si può acquistare a parte anche il ‘refill’ in un imballaggio ridotto al minimo in termini di volumi e spessori, solitamente più economico rispetto alla versione principale (se più caro, è perché contiene una maggiore quantità di contenuto). Quando il prodotto si esaurisce, si elimina così la necessità di comprarne uno nuovo.

Sono molte le marche che hanno adottato il sistema di ricarica basato su ‘refill’ che vengono venduti separatamente, in aggiunta alla confezione principale: a seconda delle caratteristiche del contenuto, il sistema si basa su pouch o altri contenitori da cui viene travasato il prodotto, oppure elementi da sostituire all’interno del packaging, in forma di pod o ‘cartucce’.

Tra le aziende che hanno adottato un sistema di packaging riutilizzabili con ricariche in pouch, P&G propone per i prodotti Head & Shoulders, Herbal Essences, Aussie e Pantene, bottiglie in alluminio che possono essere riempite più volte travasando il prodotto da imballaggi flessibili, che sono più leggeri, poco ingombranti ed economici.

Hanno scelto lo stesso sistema anche altre marche come L’Occitane, Kiehl’s, HAAN, Olika, OUAI, The Handmade Soap Company, NatureLab Tokyo, Isle of Paradise, Australian Glow.
Hanno invece optato per ricariche più grandi in bottiglia rigida Bathing Culture e Youth to the People, per offrire una maggiore e conveniente quantità di prodotto.

Sono poi numerosissime le soluzioni di ‘refill’ basate sull’uso e sostituzione di pod o vere e proprie ‘cartucce’ di prodotto all’interno del packaging. È il caso, per esempio, delle linee di Zara Beauty, Fenty Skin, Charlotte Tilbury, Emma Lewisham, Kjaer Weis o Emma Lewisham.
Interessanti sono, inoltre, alcune soluzioni specifiche, come le ricariche di crema in pod di Yves Saint Laurent, Tata Harper, Glow Recipe, The Organic Pharmacy o Skyn Iceland;

 

 

 

le ‘cialde’ di prodotti compatti – in alcuni casi anche personalizzabili – di MOB, Glossier Monochrome, Victoria Beckham Beauty, Jane Iredale o Elate; i rossetti ricaricabili di Hourglass o Sisley Paris; i ‘facial roller’ intercambiabili di Revlon; le ‘cartucce’ di fondotinta di Danessa Myricks o di creme solari di Brush On Block; i deodoranti in barra sostituibile di Dove, By Humankind o Helmm; il balsamo per labbra Re.fil di Birchbox. E la lista potrebbe continuare, sono davvero molte le aziende, grandi o piccole, che stanno adottando queste soluzioni.

 

 

 

Altro sistema di ricarica che si sta diffondendo anche in ambito cosmetico si basa invece sull’uso di una ‘refill station’ presente sul punto vendita e una linea di contenitori vuoti che è possibile riempire più volte.

Ha iniziato a sperimentare con il modello basato su ‘refill station’ The Body Shop, che propone nei propri punti vendita soluzioni ricaricabili per prodotti per capelli, gel doccia e saponi liquidi per le mani.
In Francia, Mustela ha installato all’interno delle farmacie un dispositivo di ricarica di gel detergente e COZIE – acronimo di ‘Cosmétique Objectif Zéro Environmental Impact’ (cosmetica con obiettivo zero impatto ambientale) – da parte sua ha sviluppato un dispositivo che per garantire la sicurezza e l’igiene dei propri prodotti, mantiene condizioni ermetiche durante il riempimento e permette di stampare il numero di lotto su creme nutrienti per il viso, lozioni per il corpo o deodoranti.
La ricarica mediante ‘refill station’ sul punto vendita è in realtà un sistema che si è già diffuso da tempo in altri settori, per esempio nell’ambito alimentare o in quello della cura della casa, basti pensare al caso di Algramo (Cile), di cui si è già parlato proprio in questo rubrica tempo fa (è possibile leggerne la storia qui).

Una ulteriore modalità di ricarica è, infine, il ‘refill’ in abbonamento, con consegna periodica dei prodotti e secondo un sistema di ‘vuoto a rendere’, promuovendo così la riutilizzazione degli imballaggi, riducendo i rifiuti e abbattendo i costi.

 

 

Le aziende che stanno offrendo questo servizio includono, per esempio, le francesi 900.care e What Matters, la statunitense Izzy, l’inglese Wild. Nel caso di 900.care l’aspetto interessante da evidenziare è che oltre a promuovere la riutilizzazione e ricarica degli imballaggi, i due giovani imprenditori che hanno sviluppato questo progetto offrono i ‘refill’ dei prodotti in versione concentrata solida da reidratare a casa con acqua.

Al di là del sistema di ricarica adottato, è evidente come la ‘rivoluzione del refill’ non sia più soltanto riferita a pochi casi isolati di marche indipendenti e destinate a mercati di nicchia, ma si tratta di una realtà in continua crescita. È un fenomeno ormai diffuso che sta cambiando l’intero settore cosmetico, che si allinea così con altre categorie che stanno sperimentando da tempo in questa direzione (tra cui, per esempio, cibo e bevande, o prodotti per la pulizia della casa e dei vestiti).
L’ambito della cosmesi sembra essere particolarmente coinvolto in questa rivoluzione, fatta da consumatori sempre più ‘eco-savvy’, che stanno elevando le proprie aspettative in termini di packaging sostenibili e che stanno orientando le proprie scelte d’acquisto verso prodotti che rispondono a criteri di consumo più etico e responsabile, che evitano gli sprechi innecessari e favoriscono la riduzione dei rifiuti.