Esiste un approccio alternativo agli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’agenda 2030?
Articolo completo su dialnet.unirioja.es, 2020
Si, secondo i ricercatori Antonio Luis Hidalgo-Capitán [1] ; Santiago García-Álvarez [2] ; Ana Patricia Cubillo-Guevara [1] ; Nancy Medina-Carranco [2] che hanno esposto la loro tesi in un articolo apparso sulla rivista ibericoamericana Estudios de Desarrollo (Vol. 8, Nº. 1, 2019). Partendo dall’assunto che lo scopo è migliorare il benessere generale dell’individuo in un clima di armonia con la natura, i ricercatori “destrutturano” l’approccio SDGs arrivando alla conclusione che quanto proposto dall’agenda 2030 non sia realmente un modello sostenibile di sviluppo in quanto basato su capitalismo e antropocentrismo.
Il buen vivir si basa sul concetto dell’ecologia integrale e sulla cura della casa comune, partendo dallo studio del modello di vita dei nove Paesi che compongono la Pan-Amazzonia popolata da circa tre milioni di indios, che appartengono a 390 popoli e parlano 240 lingue differenti.
Qui da millenni vivono in perfetta armonia, plasmando la loro visione del mondo e della vita attraverso gli elementi del loro ecosistema.
La proposta dei ricercatori è lo sviluppo di Good Living Goals (GLGs), un programma che si pone tre obiettivi principali:
– sostenibilità biocentrica per portare armonia a tutti gli esseri della natura
– equità sociale per portare armonia tra gli esseri umani
– soddisfazione personale per portare armonia a ciascun individuo.
Nel gennaio 2018 Papa Francesco diceva ai rappresentanti dei popoli indigeni riunitisi a Puerto Maldonado (Perù) per incontrarlo: «Noi che non abitiamo in queste terre abbiamo bisogno della vostra sapienza e delle vostre conoscenze per poterci addentrare, senza distruggerlo, nel tesoro che racchiude questa regione.
Un nuovo punto di vista che mette al centro dello sviluppo economico e sociale il buon vivere!