LA PLASTICA, UNA RISORSA INFINITA

[La parola a… Giovanni Belia, Sales Director Lucy Plast SpA

La plastica, una risorsa infinita

«Oltre 4.000 tonnellate di rifiuti trasformati in imballaggi durevoli ed ecologici: questo dato, aggiornato al 2022, dà un’idea ben precisa del campo di specializzazione di Lucy Plast.
Ci occupiamo, infatti, di raccolta, riciclo, rigenerazione in granuli e di stampaggio ad iniezione. Utilizziamo materie prime seconde tracciate all’origine, provenienti da fonti industriali e post-consumo.
L’azienda nasce nel 1977 per rigenerare materie plastiche, passando poi a produrre cassette per l’ortofrutta e per il settore alimentare.

Oggi la nostra offerta va dai granuli e compound tecnici, a una gamma completa di articoli tecnici per l’imballaggio alimentare e industriale (casse, cassette, tappi cilindrici e flange per bobine di film, pallet) rigorosamente in plastica rigenerata e riciclabili.
In generale, il nostro obiettivo è di realizzare articoli performanti, anche brevettati, utilizzando una quantità inferiore di materiale rispetto a prodotti analoghi sul mercato, così da risparmiare e ottimizzare produzione e riciclo. Ma non solo: tutti i nostri manufatti sono monomateriale a base poliolefinica (PE e PP), in quanto siamo convinti che solo in questo modo si possa andare in direzione di una reale economia circolare.

Ripensare produzione e prodotti

Per noi essere sostenibili ha significato, tra l’altro, innovare il processo di produzione.
La digitalizzazione dell’azienda ci ha permesso di ridurre gli scarti di produzione, nonché di tracciare l’intero processo di lavorazione, come peraltro richiede la Comunità Europea.
In pratica questo fa sì che tutti i nostri prodotti abbiano la data e il lotto di produzione, i codici di materiali e quant’altro previsto dalla normativa, nonché, se richiesto, un codice seriale univoco e tag RFID. Oltre ai packaging funzionali al trasporto in campo industriale, agroalimentare e farmaceutico, stiamo infatti lavorando a un packaging innovativo per il settore ittico, che prevede il contatto diretto con l’alimento.

Si tratta di una cassa composta dall’assemblaggio di 2 parti: una vaschetta interna in PP certificato per il contatto alimentare, una cassa esterna in PP riciclato, con il 25% di carbonato di calcio proveniente da gusci di molluschi, progettata per durare ed essere riutilizzata nel tempo.
Quello che contraddistingue Lucy Plast, è di essere cresciuta sviluppando progetti su misura, che nascono da reali esigenze e, seguendo questa strada, abbiamo messo a punto numerose soluzioni originali, ma anche economicamente sostenibili.

L’aiuto della tecnologia

Lo sviluppo delle tecnologie di selezione e rigenerazione è d’altronde determinante per noi, e ci permette di ottenere oggi una plastica rigenerata pura al 99%, quando richiesto, e in ogni caso esente da materiali ferrosi o pericolosi.
Questo assicura maggiore velocità nel processo di stampaggio a iniezione, nonché minori problemi con gli stampi – che peraltro facciamo realizzare in Italia da aziende specializzate, con costi superiori ma anche con prestazioni migliori – e quindi meno scarti.

Inoltre, la granulazione a secco delle materie plastiche per lo stampaggio dei nostri packaging evita ulteriori lavaggi, risparmiando così risorse idriche e riducendo l’impatto sull’ambiente.
È tutto un sistema che si muove per riqualificare e per dare valore agli scarti di materia plastica, che diventano così una preziosa fonte di risorse, a dispetto del fatto che si tenda ancora a fare di tutta l’erba un fascio, perché “conviene” dare qualcosa in pasto all’opinione pubblica…

Fare vera sostenibilità

Per quanto riguarda infatti la sostenibilità ambientale, al contrario di quello che è stato per anni il trend “Plastic Free”, i numeri parlano chiaro: la gestione della plastica, se è fatta bene, è meno impattante a livello energetico, di emissioni di CO2 e di consumo idrico rispetto ad altri materiali.
C’è ancora tantissima cattiva informazione e strumentalizzazione che ha un ritorno negativo su tutto il mondo dell’imballaggio.

Noi recuperiamo scarti che provengono anche dal settore alimentare: packaging a diretto contatto con gli alimenti, come gli incarti per merendine.
Ebbene, ultimamente, alcuni utilizzatori hanno optato per incarti realizzati con accoppiati carta/plastica che sono difficili da separare e che ci stanno creando notevoli problemi.
Una scelta buona, forse, dal punto di vista del marketing, ma ben poco lungimirante per quanto riguarda il riciclo, che si avvantaggia invece dell’utilizzo di monomateriali.

Le nuove frontiere

Riassumendo, per noi è prioritario ridurre la quantità di materiale per imballo, utilizzare esclusivamente monomateriali riciclati, ottimizzare trasporto e stoccaggio, nonché avere un tracciamento dei prodotti.
Ma ora, cerchiamo di andare oltre. Vogliamo impiegare nei manufatti destinati a un certo committente una percentuale più o meno grande dei suoi stessi scarti, una cosa utile ai fini di migliorare il bilancio di sostenibilità del partner. Inoltre, stiamo proponendo un servizio finalizzato a recuperare gli imballaggi industriali dei nostri clienti presso i destinatari finali in tutta Europa, eliminando così completamente i costi di smaltimento.

I packaging recuperati sono quindi riconsegnati ai proprietari per essere riutilizzati, o in caso di rotture, riciclati da noi.
Dopo 18 mesi di sperimentazione, i dati sono incoraggianti: con soli 8 progetti attivi al momento, abbiamo recuperato più di 250.000 imballaggi, rilevando peraltro un tasso di rotture dell’1,5%.
Ci sembra un bell’esempio di economia circolare, ma anche un modo per valorizzare l’imballaggio, dimostrando che la plastica può essere gestita in maniera completamente diversa da come si racconta».