[04. Accessibile
È l’imballaggio capace di proporsi in modo “facile” a chi lo utilizza. Accessibile è il packaging quando sa offrirsi all’utilizzo in modo semplice e intuitivo, e così tiene conto del diritto di ogni consumatore di poter avvicinare, comprendere e usare un prodotto.
Degree Inclusive: un deodorante accessibile progettato nel rispetto della variabilità umana
Attualmente, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), più di 1 miliardo di persone nel mondo soffre qualche forma di disabilità. Questa cifra, che rappresenta il 15% della popolazione mondiale, continua ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle malattie croniche.
In molte occasioni, chi presenta una disabilità è socialmente e professionalmente discriminato. A livello lavorativo, per esempio, solamente nei paesi che fanno parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), il tasso di occupazione delle persone disabili è del 44%, contro il 75% delle persone senza disabilità. Tali cifre assumono una prospettiva ancora più preoccupante se consideriamo che i primi dibattiti intorno all’accessibilità e a temi rilevanti come il rispetto e la valorizzazione della diversità, la piena ed effettiva inclusione culturale e sociale di ogni persona, l’eliminazione di ogni discriminazione e l’accesso equo alle risorse, risalgono agli anni ’50 del secolo scorso quando nacque negli Stati Uniti il primo movimento per i diritti dei disabili.
Il cosiddetto Barrier Free Movement nacque nel secondo dopoguerra dalle richieste dei veterani di partecipare pienamente alle stesse opportunità educative e lavorative delle persone senza disabilità. A partire da quel momento, gli attivisti non solo riuscirono progressivamente a sensibilizzare l’opinione pubblica, ma ottennero risultati significativi in vari paesi anche a livello istituzionale, riuscendo a far introdurre a partire dagli anni ’70 leggi per la tutela dei diritti dei disabili e per la definizione di criteri progettuali per la creazione di ambienti fisici senza barriere architettoniche. Tali interventi normativi su estesero successivamente anche ad altri ambiti applicativi, tra cui per esempio le piattaforme digitali.
Negli ultimi decenni, anche nell’ambito del design si sono affermati diversi approcci metodologici, come lo user-centred design o lo human-centred-design, che hanno contribuito ad affermare la centralità dell’utente e dei cosiddetti human factors come elementi rilevanti per lo sviluppo di prodotti e servizi. Altri ambiti progettuali come lo universal design, il design for all o l’inclusive design hanno poi posto particolare enfasi proprio sull’inclusione e sulla “accessibilità universale” di artefatti e sistemi progettati.
Ormai considerata da parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni come un diritto imprescindibile per le persone di ogni condizione, l’accessibilità è oggi finalmente riconosciuta anche dal mondo produttivo delle aziende come un fattore chiave per lo sviluppo di prodotti e servizi, nel rispetto della diversità e della variabilità umana.
Un esempio particolarmente interessante, in tal senso, è il packaging che Unilever ha recentemente sviluppato per quello che sostiene essere il primo deodorante inclusivo al mondo per persone con disabilità visive e motorie degli arti superiori. La marca Rexona – conosciuta come Degree negli USA e in Canada, Sure in UK e Irlanda, Rexena in Giappone e Shield in Sudafrica – ha collaborato con un gruppo interdisciplinare e inclusivo di esperti, costituito da terapisti occupazionali, ingegneri, designer e persone con disabilità, per sviluppare un prototipo adattivo chiamato Degree Inclusive.
Operazioni apparentemente semplici come togliere o ruotare un tappo, o esercitare pressione su un erogatore per applicare un prodotto cosmetico, per un non vedente o per chi ha una mobilità limitata delle braccia sono azioni che possono diventare vere e proprie sfide. Co-creato insieme all’agenzia Wunderman Thompson e allo studio SOUR, questo nuovo deodorante inclusivo integra caratteristiche che rendono accessibile la gestione e l’applicazione del prodotto, in modo da semplificare la vita delle persone con disabilità.
Il packaging di Degree Inclusive presenta una forma “ad uncino” e una impugnatura che facilitano la manipolazione da parte dei disabili motori con una sola mano, la bocca, o i piedi; l’etichetta include istruzioni in braille per i non vedenti.
Tra gli altri interventi progettuali volti a migliore l’accessibilità della confezione, sono state poi aggiunte chiusure magnetiche che rendono più agevole la rimozione del tappo e la sua ricollocazione; la base è stata ampliata per assicurare una maggiore stabilità del supporto; l’applicatore roll-on è stato ingrandito in modo che il prodotto possa raggiungere una superficie più estesa ad ogni passata. Inoltre, dal punto di vista dell’impatto ambientale, il deodorante è ricaricabile, allungando così la vita utile del packaging che può essere riutilizzato più volte.
Grazie alla collaborazione con la Muscular Dystrophy Association, le organizzazioni non-profit Open Style Lab e The Chicago Lighthouse, Unilever ha invitato 200 persone con diverse disabilità visive e motorie a provare il nuovo deodorante e testarne le diverse caratteristiche. Il loro feed-back sarà utile per migliorare il prodotto in vista del futuro lancio commerciale negli Stati Uniti. Dopo essere stato studiato e introdotto nel mercato statunitense, dovrebbero iniziare nuovi test in Europa a partire da agosto 2021 per poi iniziare a commercializzarlo nel Regno Unito come Sure Inclusive.
La speranza è che nel prossimo futuro, un packaging come quello del nuovo deodorante di Unilever – espressione di un progetto fortemente inclusivo sia nel processo di co-creazione sia nel risultato – non rappresenti più un’eccezione ma una regola, rispetto a un mercato che, nonostante l’elevata moltiplicazione di prodotti di largo consumo degli ultimi anni, resta ancora fortemente standardizzato ed escludente dal punto di vista dell’accessibilità. Degree Inclusive rappresenta, in questo senso, un caso virtuoso di innovazione etica, al considerare non soltanto le necessità delle fasce “standard” di consumatori, ma le esigenze di tutte le persone, nel rispetto della variabilità umana.