LA STORIA DI REPACK

[10. Sostenibile
È il packaging rispettoso dell’ambiente. L’imballaggio è sostenibile se progettato in modo olistico, pienamente equilibrato con il prodotto e con i suoi modi d’uso, così da ottimizzare le prestazioni ambientali complessive.

RePack: packaging circolari al servizio dell’e-commerce

La pandemia di SARS-CoV-2 ha provocato, nell’ultimo anno e mezzo, dinamiche contrastanti nel settore dell’e-commerce. Come evidenziato da diversi studi, se da un lato è crollata la vendita on-line di servizi in seguito alla crisi del comparto turismo e trasporti, dall’altro è cresciuta considerevolmente la vendita di prodotti: alimentari, farmaci, articoli di informatica ed elettronica (per sostenere il lavoro in remoto e l’insegnamento a distanza), ma anche cosmetica, abbigliamento e arredamento.
In questo scenario, uno dei protagonisti dell’e-commerce è stato senz’altro il packaging. L’imballaggio da sempre ha svolto un ruolo chiave negli acquisti a distanza e nelle spedizioni delle merci, e con la pandemia si è decisamente affermato come uno dei grandi alleati per assicurare, durante i periodi di confinamento, l’approvvigionamento da parte delle famiglie di generi alimentari e prodotti di prima necessità.

Uno degli aspetti critici del commercio digitale è l’impatto ambientale degli imballaggi. Ancora prima della diffusione del Covid, gli acquisti on-line hanno fondato il loro successo su consegne veloci e garanzia di prodotti integri, anche a costo di non essere sempre sostenibili. Ciò non è però più accettabile, alla luce delle crisi attuali.
Il packaging per l’e-commerce è una delle tipologie più fortemente criticate da parte dell’opinione pubblica. Il considerevole aumento della quantità di materiali utilizzati, in particolare cartone e plastica, si accompagna purtroppo a fenomeni poco virtuosi come l’over-packaging (confezioni dai volumi sproporzionati, o con un eccesso di strati e quantità di materiali, rispetto alle caratteristiche dei prodotti che contengono) e l’impiego di confezioni di un solo uso, che vengono eliminate immediatamente dopo aver ricevuto i beni acquistati.

Negli ultimi anni il packaging per l’e-commerce è stato oggetto di interventi progettuali mirati a ridurne i rifiuti e gli sprechi innecessari, in un’ottica di circolarità. Una delle risposte più significative in questo senso sono state le soluzioni di packaging riutilizzabili, come quella offerta da RePack.

RePack è un’impresa finlandese, nata come startup nel 2011, che propone una soluzione di “packaging-as-a-service”: i commercianti, invece di comprare e diventare proprietari degli imballaggi per la spedizione dei propri prodotti, sottoscrivono un servizio basato sull’uso di confezioni riutilizzabili che i consumatori finali possono poi restituire per posta, utilizzando un’etichetta preaffrancata.

 

 

Per scalare e raggiungere più rivenditori, RePack è stato da poco integrato nel sistema di commercio digitale della canadese Shopify, che secondo stime recenti è utilizzato attualmente da oltre 1,7 milioni di negozi online: i commercianti possono così offrire l’opzione di consegna “trashfree” (cioè, “senza spazzatura”) invece della “single-use” (monouso).

Le borse RePack sono realizzate in materiale plastico riciclato, leggero ma particolarmente resistente, e durano per almeno 40 cicli di spedizione e restituzione. Attualmente sono offerte in tre misure, regolabili e adattabili al contenuto, per non spedire mai aria.

Nella loro nuova versione, lanciata nella prima metà del 2021, le borse RePack hanno rafforzato la propria identità visiva e la comunicazione delle informazioni, con l’obiettivo di rendere più facilmente comprensibili le istruzioni per la restituzione di questi “imballaggi a rendere”. La necessità era soprattutto quella di distinguere chiaramente le istruzioni dei rivenditori (come le istruzioni per la restituzione e il cambio dei prodotti) da quelle di RePack. Per questo è stato aggiunto anche un codice QR per potenziare la dimensione informativa dei packaging.

Come unico neo, va segnalato che le borse RePack sono pensate per merci che non richiedono particolare protezione durante il trasporto, caratteristica che potrebbe forse limitare la diffusione di questo sistema a grande scala e per tutte le categorie di prodotto attualmente vendute attraverso i sistemi di e-commerce. Resta in ogni caso una soluzione utile per tutti quei beni resistenti ai possibili urti, come per esempio i capi d’abbigliamento.

Altro esempio rilevante di packaging riutilizzabile per l’e-commerce è The Box, soluzione proposta dalla francese Living Packets. I contenitori The Box sono realizzati in materiale plastico durevole e sono pensati per essere riutilizzati –dicono i produttori– per 1.000 cicli di spedizione e restituzione.

A differenza di RePack, i contenitori The Box di Living Packets sono in struttura rigida, per una maggiore protezione del contenuto, con la possibilità di riconfigurarne la parte interna ed eliminare ogni materiale accessorio di imballaggio per la protezione.
Inoltre, sono dotati esteriormente di smart labels e internamente di sensori che monitorano costantemente temperatura, umidità e urti; i dati sono accessibili in qualsiasi momento attraverso il proprio smartphone.

Oltre ai packaging riutilizzabili, altra linea di sperimentazione interessante riguarda poi le confezioni in materiale compostabile, come quelle proposte dalla neozelandese The Better Packaging Co. Analogamente a RePack, anche questa soluzione è pensata per la spedizione a domicilio di merci non deperibili.
Se poi i consumatori finali non desiderano realizzare il compostaggio degli imballaggi usati, questi ultimi possono essere restituiti presso opportuni punti di consegna predisposti sul territorio e geolocalizzati mediante un’applicazione dedicata.

 

 

 

Anche se con certi limiti, dati dalle caratteristiche proprie di ciascuna soluzione, i casi finora presentati, dai contenitori riutilizzabili a quelli compostabili, rappresentano esempi virtuosi di sostenibilità, ed esprimono una preoccupazione etica per la riduzione dei rifiuti e degli impatti sull’ambiente dei packaging.

Ciò assume ancora più rilevanza rispetto a un settore come quello dell’e-commerce, che ha sperimentato una crescita esponenziale durante la pandemia, ma che sicuramente continuerà a svilupparsi anche nel periodo post-Covid e costituirà una delle grandi sfide per l’evoluzione futura del packaging.